Language: Italian | Category: Short Stories (Social) | Audio Book: Not Available

Un giovanotto ventiseienne non bello, bussino di statura, dalla passione maniacale per la cura dell’aspetto e dell’abbigliamento, con una grande opinione di sé, vezzeggiato e protetto da letterati famosi quali Puškin e Žukovskij, molto ambizioso e fiducioso nella gloria prossima ventura: questo era Nikolàj Vasìl’evič Gogol’ nel 1835. Ciononostante, il 7 ottobre quello stesso giovanotto scriveva a Puškin: «No, i miei Arabeschi e Mirgorod non vanno proprio. Lo sa il diavolo che vuol dire! I librai sono una razza tale che senza nessun rimorso di coscienza li si potrebbe impiccare al primo albero!»1. Con queste parole Gogol’ comunicava al più celebre collega il suo sconcerto per lo scarso successo di vendite delle due raccolte, uscite nel corso dell’anno a distanza di qualche mese l’una dall’altra. La sua inquietudine era motivata, oltre che dall’orgoglio ferito di autore, anche dal fatto che proprio in quei mesi egli stava decidendo la svolta da dare alla propria vita: carriera letteraria o universitaria?